VICENZA JAZZ 2022: Avishai Cohen Trio
Avishai Cohen al Teatro Comunale presenta il nuovo disco Shifting Sands
Reportage di Daniela Floris (parole) e Daniela Crevena (foto) – JazzDaniels

Vicenza Jazz – Mingus Fingus
Teatro Comunale, 16 maggio 2022, ore 21
Avishai Cohen Trio – Shifting Sands
Avishai Cohen, contrabbasso
Elchin Shirinov, pianoforte
Roni Kaspi, batteria
Avishai Cohen presenta il suo nuovo lavoro in Trio Shifting Sands in un Teatro Comunale gremito di gente entusiasta, già al solo suo apparire sul palco.
Il disco è appena uscito, e come si legge nel suo sito, le composizioni sono nate durante il periodo di lockdown in Israele in piena pandemia.
Con lui due musicisti con un’ eccellente padronanza dei loro strumenti, e in totale sintonia di linguaggio.

Un affiatamento totale, un’energia continua, una tecnica prodigiosa, sono la cifra di un concerto indubitabilmente euforizzante.
I brani hanno una architettura ben precisa, con tratti ricorrenti da uno all’altro: ad esempio gli ostinati del pianoforte, talvolta anche potenti e percussivi, sui quali Cohen costruisce soli prodigiosi del contrabbasso. Ma accade anche che quegli stessi ostinati siano il ricco substrato ai temi principali, sempre accattivanti: melodici e orecchiabili, o brevi e reiterati in loop, ben riconoscibili, potenti.

Quando appaiono episodi tematici dal tratto fortemente ritmico, questi acquisiscono spessore ulteriore perché vengono sviluppati dalla funambolica batteria di Roni Kaspi, ventunenne prodigiosa musicista, dal groove esplosivo, dal drumming spiazzante per perfezione tecnica.



Il pianoforte di Shirinov è fondante, vigoroso, strenuo nei suddetti ostinati (Interwined) , ma svela un lirismo notevole nei momenti più liberi. Sa fondersi con la voce solida e densa del contrabbasso di Cohen, ma sa anche emergere con un tocco personale nei momenti in solo o di improvvisazione libera. Spesso tra i due avviene un dialogo serrato: in Below ad esempio, intere frasi passano dal pianoforte al contrabbasso, alternandosi a ritmo regolare, sfalsate.

Diversi gli episodi costruiti su tempi dispari (Joy, ad esempio, in 7/8), in cui gli accenti sghembi sono evidenziati anche e dalle dinamiche e dalle microvarianti timbriche del contrabbasso: Cohen usa il suo strumento anche in chiave “chitarristica”, nonché percussiva. L’effetto finale è dato dall’intreccio con gli ostinati del pianoforte e con l’andamento incisivo della batteria, ed è corposo e di sicuro impatto su chi ascolta.

E il pubblico del Comunale in effetti va in visibilio. Tre i bis, di cui due brani cantati da solo sul palco: Sometime I feel (Like a Motherless child), una bella versione struggente, intima, in cui Cohen si accompagna al pianoforte; e Alfonsina y el mar, intensa, solo voce e contrabbasso.



Un ultimo brano in Trio e il concerto finisce con gli applausi entusiasti del pubblico.


