DISCHI: Roundella – Mind the Loop of Mind

Daniela Floris

Roundella, ovvero il Soul, il Jazz, il Rap e….

DISCHI: Roundella – Mind the Loop of Mind

S’ARD MUSIC
ROUNDELLA Mind the Loop of Mind (release: 2021)
Francesca Corrias: voce
Luca Mannutza: piano e keyboards
Mauro Laconi: chitarre
Filippo Mundula: contrabbasso
Gianrico Manca: batteria


Quando un disco è una creativa sintesi tra generi e stili a noi piacevolmente noti, virtuosismo, improvvisazione, e molto altro ancora. La musica che percepiamo ha la singolare caratteristica di apparirci come una comfort zone. Il benessere dell’ascolto non è però solo quello di sentirsi a proprio agio, cullati in un ambito sonoro a noi familiare: ciò che è attraente sono anche le continue deviazioni da quell’ambito.

Mind the Loop of the Mind è l’ultimo disco di Roundella, che descrivo con colpevole ritardo, e che mi ha catturata da subito.
Soul, Hip Hop, Rap, Jazz, Black Music: la mia comfort zone musicale, di base, resa nuova proprio da quella creativa sintesi. Una trama caleidoscopica, in cui non mancano anche effetti elettronici, resa brillante dalla voce limpida, versatile della Corrias, e ricca, intensa dalle reinterpretazioni armonico/ritmiche di Luca Mannutza (piano e keyboards), Mauro Laconi (chitarre), Filippo Mundula (contrabbasso), Gianrico Manca (batteria).
Follow Me, ad esempio, che nasce in un ambito melodico di sapore vagamente pentatonico, è costruito su un accattivante alternarsi tra strofe (in cui la Corrias conduce il gioco) ed inciso, in cui il quartetto amplia lo spessore sonoro, compreso l’overdubbing della voce. Il crescendo è irresistibile, il ritornello entra in testa e non ti molla più, l’arrangiamento è complesso eppure impatta e scorre in tutta naturalezza.

L’incipit e la strofa di The Bully, costruiti su un disegno armonico discendente che richiama atmosfere funky e soul, svoltano in un ambito del tutto imprevisto. Un contrasto che scuote: ma appena ti abitui a questa alternanza duplice, ecco un susseguirsi di episodi fino alla conclusione, incluso il rap. A condurci in questo piccolo viaggio verso approdi sonori diversi la voce di Francesca Corrias duttile, disinvolta, intensa, e l’energia di una sezione ritmica vigorosa, trascinante, coesa ma mai monocorde.
Mind The Loop of Mind è anch’esso costruito su un avvincente alternarsi di episodi diversi, compresi i “madrigalismi” delle reiterazioni di cellule melodiche e del testo: in loop, e in effetti di Loop della Mente si parla, si suona, si canta, si rappresenta in musica.

L’atmosfera di Fall into Spring è quella del soul, alla Lizz Wright, tanto per fare un esempio, se si guarda ad armonizzazione, andamento della batteria, contesto complessivo. Eppure spiazza quell’episodio inaspettato della reiterazione sospesa di musica e testo, che poi diventa groove crescente ed intenso fino alla conclusione del brano.
E il soul è anche in E Motion, ma non è solo: c’è tutto il Jazz della complessità degli accordi e della strutturazione del pezzo, in cui la personalità prettamente jazzistica di Mannutza, che certamente ci ha messo lo zampino, emerge, come in Jazz 4 No One. E però la batteria di Manca a tratti è afro, e rock, quel rock in cui sa approdare quando serve la chitarra di Laconi.

Senza dimenticare l’instancabile contrabbasso di Mundula, che sostiene in modo eccellente e versatile tutte le incursioni di questo gruppo che sarebbe bello sentire, oltre che naturalmente dal vivo, mandato in radio.
Proprio così: perché nonostante l’innegabile complessità ritmico armonica, gli infiniti riferimenti a generi diversi e persino contrastanti, e il virtuosismo di Francesca Corrias, l’impatto non è per pochi eletti esperti. L’impatto è immediato, istintivamente coinvolgente, divertente.

Per farmi capire meglio, questo è un disco da ascoltare attentamente con la curiosità di decifrarne ogni particolare, come ho cercato di fare io: ma allo stesso tempo sappiate che il mio prossimo viaggio in macchina ha già pronta la sua colonna sonora.

Daniela Floris