VICENZA JAZZ 2022: Richard Bona & Alfredo Rodriguez Trio
Tra Cuba e Africa Vicenza Jazz offre un concerto gioioso e intenso al Teatro Comunale

Reportage di Daniela Floris (parole) e Daniela Crevena (foto) – JazzDaniels
Il direttore artistico di Vicenza Jazz – Mingus Fingus Riccardo Brazzale decreta un tributo al geniale contrabbassista Charles Mingus. Un tributo che sarà sotteso a tutti i concerti in programma, pur nella indiscussa varietà dei musicisti che si avvicenderanno sul palco.
Il primo concerto cui assistiamo ha come protagonisti Richard Bona, bassista, cantante, compositore camerunense, e Alfredo Rodriguez, pianista e compositore cubano. Con loro il batterista Michael Olivera.
Concerto trascinante, divertente, tra Cuba, Africa, Jazz. Tre virtuosi che sanno molto bene come avviluppare il pubblico: una musica travolgente fatta da eccellenti musicisti che sanno anche giocare e divertire.
Vicenza Jazz 2022
Teatro Comunale, 13 maggio 2022, ore 21
Richard Bona & Alfredo Rodriguez Trio
Richard Bona: basso elettrico, voce
Alfredo Rodriguez: pianoforte
Ludwig Alfonso: batteria
Cuba, da subito, ma con un inizio a volume contenuto: la batteria al minimo, il pianoforte appena accennato: Bona canta quasi impercettibilmente all’unisono con la sua linea di basso. Molta misura, ma molto, molto ritmo. E anche molta melodia, che Rodriguez comincia a disegnare sul pianoforte da subito. Il pianissimo perdura ancora, per poi gradatamente aumentare di volume. Il trio procede compattamente, non c’è un attimo in cui un elemto prevalga sull’ altro.


L’esplosione di colori, il massimo spessore sonoro, l’intensificarsi del ritmo arrivano dopo un po’, palesando il virtuosismo di questi tre strumentisti fuoriclasse. Musicisti capaci di esplicitare tutta la capacità tecnica in loro possesso, rimanendo però espressivi, attenti al linguaggio. Riescono a entusiasmare il pubblico senza “sterilizzare” la musica a mera esibizione muscolare.
Il virtuosismo pianistico di Rodriguez emerge anche nel secondo brano in scaletta. Una piccola suite che comincia con richiami contrappuntistici. La velocità è sostenutissima, il supporto di basso e batteria è intenso e potente.

Improvvisamente tutto si ferma, e parte un assolo di pianoforte fatto di arpeggi, atmosfera orientaleggiante, sospeso sulla settima di dominante. Olivera alla batteria passa ai mallets. Segue il solo di Bona. Emergono anche le voci, che cantano le frasi di basso e pianoforte. Ecco riemergere il ritmo: la batteria definisce un groove incalzante a terzine sincopate, il rullante prevale, il basso prende il comando con un assolo strettamente intrecciato a un drumming penetrante.
Siamo tra il piano e il pianissimo, il tutto è connotato da una tensione intensa data proprio dall’incalzare veloce del ritmo e il volume sonoro molto contenuto. Rodriguez rientra con il pianoforte, e il suono si apre in un finale energico del trio, e nell’entusiasmo del pubblico.



Sale sul palco il chitarrista vicentino Davide Repele: il brano è Raices, il clima è dolce e melodico, soffuso. L’intesa tra i quattro è totale, il tema viene sviluppato senza eccessi, gli assoli sono intensi su un impianto armonico semplice.


Rodriguez e Bona sanno molto bene come ammaliare il pubblico. E non solo con la musica. Bona interagisce, parla, interpella, fa battute, prima di ogni brano. Man mano che il concerto va avanti aumenta l’interazione con la platea, in un crescendo di cenni, risate, domande, che, sapientemente, scaldano il clima prima del brano seguente. Il suo brano in solo, in cui la voce doppia il basso anche all’unisono, è accattivante, velocissimo, ad alto tasso virtuoso, autoironico nel finale.

Con Mandinga il Teatro Comunale torna a Cuba. Rodriguez, Bona, Olivera procedono secondo gli stilemi della musica tradizionale cubana: il ritmo inarrestabile, le melodie spesso struggenti in tonalità minore, l’impianto armonico, inconfondibile. Uniti a queste caratteristiche però, in questo trio, ci sono la musica classica, la musica africana, il jazz. Dunque emerge anche qui l’attenzione estrema alle dinamiche, ai fraseggi cristallini e a volte contrappuntistici, un drumming raffinatissimo e pieno di particolarità espressive.


Il pianismo di Rodriguez si svela nella sua duttilità durante il suo assolo. Si evidenzia il retroterra complesso di un musicista che non ha solo Cuba come riferimento: molta musica classica, molto Jazz. Alle dissonanze complesse degli accordi si associa una costante ricerca di temi melodici persistenti, spesso sottolineati dalla propria stessa voce. Gli episodi melodici si alternano, spesso a contrasto, con exploit ritmici potenti. La passione per i contrasti è anche perpetrata sulla ricerca timbrica, per cui la tastiera viene spesso utilizzata, alternativamente, a blocchi, tra il registro grave e quello acuto.

Richard Bona intreccia la sua voce al basso intonando una canzone bipartita, tra atmosfere africane e un soul swingato. Un piccolo gioiello in cui c’è anche una parte squisitamente jazzistica in trio.

Si arriva al bis: con El Manisero il pubblico viene coinvolto sempre di più e canta, batte le mani a tempo, in un’apoteosi finale prevedibilmente entusiastica.



Segue un secondo bis: Alfonsina y el Mar, eseguita da Bona in una inaspettata e un po’ improbabile chiave ironica, inizialmente molto intensa, e via via sempre più leggera e volatile.

Aggiungiamo in coda alcune foto del sound check! Quando tutto sta per accadere …


